Quelli della Club House
domenica, 16 marzo 2014
Dietro il bancone. A spillare birra. O a prepararti un caffè. Ad ascoltare storie. E a raccontarne, soprattutto.
Perché anche se li vedi così, indaffarati tra pentoloni, scolapasta e sugo e salsicce, sono loro la storia del rugby.
Che ci sia il sole, tiri vento o piova a dirotto. Sono quelli che al campo ci sono sempre.
Che, un'eternità fa, ancora ragazzi, hanno aiutato a spianarne il fondo, eliminando pietre e arbusti e seminandone il prato.
E pare sia proprio vero che seminare l'erba, e vederla crescere con te, poi quel fazzoletto di terra che chiamiamo campo da rugby, lo si senta per sempre parte di te. Il tuo.
Un po' come la tua casa.
Già ... una casa.
Donna
sabato, 8 marzo 2014
Donna è quel sorriso e la forza che riesce a darti. Il coraggio in uno sguardo, in un cenno di comprensione.
Donna è una madre stanca che all'infinito, stende i panni e raccatta i figli nel vicolo prima che faccia buio.
Donna è il suo ventre, la nostra casa prima. Il nostro rifugio, poi, per tutta la vita. Dove correre a ripararsi. Quando fuori la solitudine si raggela addosso.
Donna è ricostruire, rielaborare, ricominciare. Con la solita pazienza che solo le madri, sanno.
Nostalgico Old
domenica, 2 marzo 2014
Sì, lo so che ti mancano quei momenti. Di quando la domenica era la tua domenica.
E adesso, non nasconderti, mentre ne parliamo, non nascondere il tuo sguardo, dietro quel boccale di birra mezzo pieno.
Lo so bene, non è lo stesso giocare. Come capita ogni tanto, con la squadra degli old.
Ti mancano quelle notti, prima della partita.
Di quando non riuscivi a chiudere occhio. E con la mente volavi già, a quel fischio d’inizio.
Alla calma di quell’attimo prima. Di quando tutto era pronto ad esplodere.
Di quelle mezze mattine. Mezze di tutto. Lasciate a metà. Perché era ora di andare al campo.
Di quei lunghi viaggi. Sempre in silenzio, all’andata.
MiniMaxiRugby
domenica, 23 febbraio 2014
Lo chiamiamo Mini. Non perché sia piccolo. O perché sia meno importante.
Anzi!
Lo chiamiamo così: Mini. Per differenziarlo apposta.
Perché a giocarlo, sono quelli che quasi non arrivano al bancone della club house, quando è pronta la pasta.
Quelli che, quando giocano, l’importante è correre da qui, verso l’altra parte. Stringendo forte a se, stretta stretta, quella palla ovale.
Come a dire: è mia! E guai a chi me la tocca.
Quando le regole, ancora, non occorrono tutte. Bastano quel paio, giusto quelle, per cominciare.
Le mamme
domenica, 16 febbraio 2014
Hai mai assistito ad una partita accanto ad un gruppo di mamme?
Beh, io sì!
Proprio stamattina!
E mentre i figli stavano lì, in campo, loro, le mamme, tra un urlo di incitamento verso quel figlio che per un attimo quasi, afferra la palla, e un FORZA RAGAZZI gridato forte con la grinta da ragazzina, parlano di zeppole, di frittura, di tempi di cottura.
Sono le mamme!
Il tempo mancato
domenica, 26 gennaio 2014
Avrei molte cose da raccontarti. E bisogno di tanto di quel tempo per farlo. Tanto quanto quel che è mancato. Quegli anni e quei giorni. Colmati da solitudini e pagine su pagine di libro.
Vorrei un sacco di tempo da dedicarti. Quel sacco rimasto vuoto così a lungo. Ché non saprei dove iniziare. Forse da quella volta. Che forse non è stata proprio l’ultima ma quella che ricordo, lo sia stata. Quella più vicina nel tempo. Prima di quello dopo, mancato.
Come eravamo
venerdì, 24 gennaio 2014
A quel tempo il rugby ancora non esisteva. Almeno, io e Paolo non sapevamo ancora, esistesse. Ci trovavamo tutti i pomeriggi, dopopranzo, a giocare, verso la fine di quei sessanta del novecento. In quegli anni che spesso capita, per chi come me era appena ragazzino e quei magnifici anni li ha solo sfiorati, di rammentare con nostalgia.
Abitavamo entrambi nella stessa palazzina. Tre piani. Sei famiglie. Un cortile.
E un cancello che faceva da porta alle nostre partite a pallone.