Cosa rimarrà di questo mite novembre
lunedì, 26 novembre 2012
Brescia. Roma. Firenze.
Tonga. All Blacks. Australia.
Polenta ai porcini. Cicoria strascicata, broccoli al peperoncino. Ribollita e tagliolini al tartufo.
Trolley. Aereo. A volte bus altre l’auto.
Quasi non si fa a tempo a rientrare che già si riparte.
E splendida è la sera passeggiando lungo l’Arno. Passando prima a salutare Pablo a Palazzo Reale, Renato al Vittoriano e poi Dante a casa sua.
Con la scusa del rugby.
La cantina di Gabriele
sabato, 26 febbraio 2011
Tarda mattinata di una giornata di insolito sole a Milano. Mi accompagna un amico. Cerco a lungo un parcheggio, poi dopo una dozzina di giri di isolato infilo l’auto tra altre due, parallela al marciapiede.
L’insegna gialla e la serranda a metà: mezza chiusa, o mezza aperta. Dipende: se ti occorre riparare le luci dell’auto a quell’ora è sicuramente mezza chiusa. Se invece hai bisogno di ritrovarti tra vecchi amici che amici già sono anche se ancora non li conosci, allora quella serranda è mezza aperta.
Entro e sento chiamarmi da giù, verso il basso. Seguo la voce sino ad una scaletta ripida – Stai attento alla testa – malgrado l’avvertimento, scendendo quasi tocco il soffitto spiovente della scala.
Mi ritrovo chiacchierando e mangiando olive, formaggio, insalata russa spalmata su tocchetti di pane e vino bianco. Ma è solo l’antipasto. Cabrio, Gabriele Cabrio, lui fa l’elettrauto per campare ma è rugbista per se stesso e cuoco e filosofo per gli amici. C’è l’Ottavio, l’Architetto, il Gabbiano e le sue partite del ’50 in nazionale, Cabrio tira fuori un libro del Tognetti e mi fa vedere le foto del Zanchi, il Gabbiano, con la maglia azzurra. C’è poi il Michè che da poco è tornato da Santo Domingo, dice che è dimagrito malgrado la pancia pare viva di vita propria.
Londra e te
sabato, 17 luglio 2010
Il vecchio pub, l’odore della moquette, le poltroncine color porpora scuro, sui tavolini il riflesso della luce che proviene dal lucernario ottagonale al centro della saletta, in sottofondo, il brusio anglosassone che si confonde con il rumore del movimento delle pale di un vecchio ventilatore appeso al soffitto.
Londra e te.
Veneti e rugby
martedì, 1 maggio 2012
Capita di trovarsi a cena a casa di una cara amica. In ottima compagnia. Racconti. Di rugby. Di corse in auto. Di valigie lasciate sole in stazione. Al centro della sala d’attesa. Aspettando ci si ricordi di ripassare prima o poi a ritirarle.
Di telefonate alle tre del mattino. Di botte da orbi e fragole a colazione. Dopo una notte senza chiudere occhio. Dopo partite memorabili. Di quando passavi la palla all’indietro e sicuramente, a riceverla, ci trovavi un amico.
Guy, Pietro, Bertrand e Silvano. Risotto agli asparagi. Frittatina di bruscandoli e carletti. Un goccio di rosso. Cabernet mi pare. Che tra una chiacchiera e l’altra da goccio diventa un bel paio di buoni bicchieri.
Sensazioni toscane
domenica, 18 ottobre 2009
Scorgi la torre come scendi dal bus, fa capolino da Porta S. Maria, quasi in attesa, inchinata, sporgendosi da dietro il Duomo, cercando di scrutare la folla che gli viene incontro. Piazza dei Miracoli, il Battistero, fotografie, persone dal mondo. Passeggiando, mentre la sera si inoltra tra le vie e i vicoli, il profumo di caldarroste, Piazza dei Cavalieri, Borgo Stretto, lasciandosi alle spalle Piazza delle Vettovaglie sino a Ponte di Mezzo, sino ad affacciarsi sull’Arno.